martedì 1 febbraio 2011

Il ruolo dell’esperienza di Oersted

Influenzato dalle idee del filosofo tedesco Schelling (Filosofia Romantica della Natura), e grazie alla grandiosa invenzione di Volta, la pila, nel 1820 Hans Christian Ørsted realizzò l’esperimento che segnò un enorme punto di svolta per la scienza.

Con questo breve scritto, vorrei semplicemente tentare di mettere a fuoco gli elementi “rivoluzionari” che furono portati alla luce da questa scoperta, in particolare essi sono due:

  1. esiste un legame tra elettricità e magnetismo;
  2. esistono delle forze di tipo non Newtoniano, non centrali.

Emerge in maniera evidente come l’avvicinare un filo percorso da corrente (in determinate posizioni) ad una bussola, produca una rotazione dell’ago magnetico. Questo effetto, sembra legare indissolubilmente i fenomeni magnetici e quelli elettrici. Tale considerazione rappresenta una novità rispetto alle conoscenze scientifiche del tempo, secondo cui il magnetismo era una proprietà dei corpi e i fenomeni elettrici erano governati dalle leggi di Coulomb e Volta.

Se da una parte, non fu più possibile ignorare questa interazione, dall’altra urgeva l’esigenza di adattare le teorie ad una simile intersezione di effetti che produceva una forza che non era diretta lungo la congiungente dei corpi, ma che bensì era perpendicolare. Il modello Newtoniano, era incapace di spiegare un tale effetto e le leggi di Volta erano ugualmente inadeguate.

L'esperienza di Ørsted, dopo l'avvento della pila, contribuì sensibilmente a spostare l'attenzione dall'elettrostatica all'elettrodinamica, stimolando gli scienziati ad una indagine accurata dei nuovi fenomeni e delle nuove implicazioni, e ad una più profonda comprensione dei fenomeni già noti e della pila di Volta.

Fu un caso nella storia della scienza in cui l’esperimento evidenziò un vuoto concettuale e teorico, e stimolò gli scienziati a sviluppare nuove teorie e concezioni della natura, stimolando un ricchissimo dibattito scientifico-culturale per quasi un secolo.

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