domenica 13 marzo 2011

Un pensiero

"le prove si adattano alle concezioni altrettanto spesso quanto le concezioni si conformano alle prove" Ludwik Fleck

martedì 1 febbraio 2011

Il ruolo dell’esperienza di Oersted

Influenzato dalle idee del filosofo tedesco Schelling (Filosofia Romantica della Natura), e grazie alla grandiosa invenzione di Volta, la pila, nel 1820 Hans Christian Ørsted realizzò l’esperimento che segnò un enorme punto di svolta per la scienza.

Con questo breve scritto, vorrei semplicemente tentare di mettere a fuoco gli elementi “rivoluzionari” che furono portati alla luce da questa scoperta, in particolare essi sono due:

  1. esiste un legame tra elettricità e magnetismo;
  2. esistono delle forze di tipo non Newtoniano, non centrali.

Emerge in maniera evidente come l’avvicinare un filo percorso da corrente (in determinate posizioni) ad una bussola, produca una rotazione dell’ago magnetico. Questo effetto, sembra legare indissolubilmente i fenomeni magnetici e quelli elettrici. Tale considerazione rappresenta una novità rispetto alle conoscenze scientifiche del tempo, secondo cui il magnetismo era una proprietà dei corpi e i fenomeni elettrici erano governati dalle leggi di Coulomb e Volta.

Se da una parte, non fu più possibile ignorare questa interazione, dall’altra urgeva l’esigenza di adattare le teorie ad una simile intersezione di effetti che produceva una forza che non era diretta lungo la congiungente dei corpi, ma che bensì era perpendicolare. Il modello Newtoniano, era incapace di spiegare un tale effetto e le leggi di Volta erano ugualmente inadeguate.

L'esperienza di Ørsted, dopo l'avvento della pila, contribuì sensibilmente a spostare l'attenzione dall'elettrostatica all'elettrodinamica, stimolando gli scienziati ad una indagine accurata dei nuovi fenomeni e delle nuove implicazioni, e ad una più profonda comprensione dei fenomeni già noti e della pila di Volta.

Fu un caso nella storia della scienza in cui l’esperimento evidenziò un vuoto concettuale e teorico, e stimolò gli scienziati a sviluppare nuove teorie e concezioni della natura, stimolando un ricchissimo dibattito scientifico-culturale per quasi un secolo.

venerdì 28 gennaio 2011

LE SCOPERTE FONDAMENTALI E GLI IMPULSI ALLE TEORIE ELETTRICHE DAL 1660 AL 1767



Con l’ascesa delle scienze e del metodo baconiano, e in particolare dalla seconda metà del 1600, si assistette ad una rapida evoluzione dell’elettrologia.

Un contributo fondamentale fu quello del fisico tedesco Otto von Guericke che intorno al 1660, inventò la prima macchina elettrostatica a strofinio. A partire da tale scoperta, con l’osservazione delle proprietà elettriche dei diversi materiali, lo scienziato inglese Stephen Gray nel 1729, introdusse il concetto di sostanze isolanti e conduttrici. E’ grazie a tali distinzioni e scoperte che le macchine elettrostatiche ebbero un grande sviluppo e ben presto si diffusero, oltre che nei laboratori scientifici, anche in molti salotti bene del vecchio continente.

Fu in questo contesto storico e scientifico che nel 1745 Pieter van Musschenbroek, nel suo laboratori di Leida, nel tentativo di elettrizzare l’acqua, si imbatté in un fenomeno al tempo sconosciuto quanto straordinario per l’evoluzione della scienza.

Avevo sospeso a due fili di seta blu una canna di ferro AB la quale riceveva per comunicazione elettricità da un globo di vetro ruotante velocemente sul proprio asse mentre era strofinato applicandovi le mani; all'altra estremità B pendeva liberamente un filo d'ottone la cui cima era immersa in un vaso rotondo di vetro D, parzialmente pieno d'acqua, che io tenevo nella mia mano destra. Mentre con l'altra mano E tentavo di trarre scintille dalla canna di ferro elettrizzata. All'improvviso la mia mano destra F fu colpita con tanta violenza che il mio corpo fu scosso come da un fulmine.

La scoperta del condensatore.

Tale evento fu di grande importanza principalmente per due ragioni, la prima di carattere pratico: con essa, fu possibile accumulare una gran quantità di cariche; e la seconda di carattere più speculativo: si capì che l’azione elettrica passa oltre agli isolanti, induzione elettrostatica.

L’invenzione della cosiddetta bottiglia di Leida, diede un grosso impulso allo sviluppo delle teorie elettrostatiche e alla realizzazione di nuovi esperimenti.

Franz Aepinus fu il primo a spiegare il fenomeno dell’induzione elettrostatica, mediante le entità fluido elettrico e atmosfera elettrica.

Mentre i fenomeni elettrostatici divennero di dominio comune, gli scienziati si interrogavano sulla loro natura. Benjamin Franklin, scienziato statunitense (e futuro padre fondatore e presidente degli U.S.A.), avanzo l’ipotesi dell’unicità del fluido elettrico, basata sull’eccesso o sul difetto di fluido elettrico presente in ogni corpo rispetto al proprio stato naturale. Tale teoria però, non era l’unica che potesse spiegare i fenomeni, infatti, nel 1759, Robert Symmer grazie a nuovi esperimenti, recuperò la vecchia teoria diGray dei due fluidi elettrici. Il dibattito sulla questione proseguì con Beccaria nel 1767, anno in cui propose una teoria che univa la spiegazione pneumatica di Franklin e i risultati sperimentali di Symmer.

giovedì 27 gennaio 2011

IL RUOLO DEL “PERIODO BACONIANO”

Con il comparire delle scienze baconiane alla fine del 1500, si aprì una fase scientifica nuova, in cui emersero discipline di studio altre rispetto alle scienze classiche indagate sino al momento, e che lentamente si affermarono nel panorama scientifico come ambiti di ricerca capaci di dare ricchi risultati e notevoli contributi alla conoscenza dell’universo.

Non solo l’emergere di nuove discipline di studio, ma anche l’avvento del nuovo metodo cosiddetto baconiano, contribuì fortemente allo sviluppo di un processo che nell’analisi storiografica viene oggi comunemente denominato Rivoluzione Scientifica.

Tale metodo consta di due fasi, la pars destruens e la pars costruens.

Il primo livello dell’indagine consiste nel “distruggere”, nell’eliminare, le antiche conoscenze errate o, come le individuò Bacone gli “idoli”, ovvero le proiezioni delle percezioni umane sulla natura, i pregiudizi dell’individuo, l’utilizzo di termini scorretti e i vecchi retaggi delle dottrine filosofiche.

La seconda fase del metodo baconiano è appunto una fase di costruzione. Essa si basa sul procedimento induttivo, che adotta come metodo sistematico dell’osservazione l’esperimento.

E’ in questo contesto di novità rispetto al passato e al presente che si inseriscono l’elettricità, il magnetismo, la chimica, la termologia e parte dell’ottica.

martedì 11 gennaio 2011

Lezioni 34, 35 e 36: 27-1-2011

Emergenza e riduzionismo.
Riepilogo e conclusioni

Lezioni 32 e 33: 21-1-2011

Verso la relatività generale

Lezioni 30 e 31: 20-1-2011

Einstein e la relatività speciale

Lezioni 28 e 29: 14-1-2011

Etere e moti relativi

Lezioni 26 e 27: 13-1-2011

Weber e Clausius

Lezioni 24 e 25: 17-12-2010

Hertz: esperimenti

Lezioni 22 e 23: 16-12-2010

Hertz: schemi

Lezioni 20 e 21: 3-12-2010

Il Treatise di Maxwell. Plan of the treatise e corrente di spostamento

Lezione 18 e 19: 2-12-2010

Il Treatise di Maxwell: introduzione