Con l’ascesa delle scienze e del metodo baconiano, e in particolare dalla seconda metà del 1600, si assistette ad una rapida evoluzione dell’elettrologia.
Un contributo fondamentale fu quello del fisico tedesco Otto von Guericke che intorno al 1660, inventò la prima macchina elettrostatica a strofinio. A partire da tale scoperta, con l’osservazione delle proprietà elettriche dei diversi materiali, lo scienziato inglese Stephen Gray nel 1729, introdusse il concetto di sostanze isolanti e conduttrici. E’ grazie a tali distinzioni e scoperte che le macchine elettrostatiche ebbero un grande sviluppo e ben presto si diffusero, oltre che nei laboratori scientifici, anche in molti salotti bene del vecchio continente.
Fu in questo contesto storico e scientifico che nel 1745 Pieter van Musschenbroek, nel suo laboratori di Leida, nel tentativo di elettrizzare l’acqua, si imbatté in un fenomeno al tempo sconosciuto quanto straordinario per l’evoluzione della scienza.
Avevo sospeso a due fili di seta blu una canna di ferro AB la quale riceveva per comunicazione elettricità da un globo di vetro ruotante velocemente sul proprio asse mentre era strofinato applicandovi le mani; all'altra estremità B pendeva liberamente un filo d'ottone la cui cima era immersa in un vaso rotondo di vetro D, parzialmente pieno d'acqua, che io tenevo nella mia mano destra. Mentre con l'altra mano E tentavo di trarre scintille dalla canna di ferro elettrizzata. All'improvviso la mia mano destra F fu colpita con tanta violenza che il mio corpo fu scosso come da un fulmine.
La scoperta del condensatore.
Tale evento fu di grande importanza principalmente per due ragioni, la prima di carattere pratico: con essa, fu possibile accumulare una gran quantità di cariche; e la seconda di carattere più speculativo: si capì che l’azione elettrica passa oltre agli isolanti, induzione elettrostatica.
L’invenzione della cosiddetta bottiglia di Leida, diede un grosso impulso allo sviluppo delle teorie elettrostatiche e alla realizzazione di nuovi esperimenti.
Franz Aepinus fu il primo a spiegare il fenomeno dell’induzione elettrostatica, mediante le entità fluido elettrico e atmosfera elettrica.
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